A cura della Redazione F&T
L’associazione tra consumo di frutta secca a guscio e protezione cardiovascolare e cardiometabolica è già nota: noci, mandorle, pistacchi, arachidi ecc. sono alimenti densi di nutrienti dotati di proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, in grado di proteggere cuore e vasi, come i grassi insaturi, le proteine vegetali, alcune vitamine e minerali, composti di natura polifenolica e i fitosteroli. Agli stessi componenti viene attribuito anche un effetto neuroprotettivo. Tuttavia, per quanto riguarda la relazione tra consumo di frutta secca a guscio e cognitività le informazioni provenienti dagli studi ecologici e di intervento sono ad oggi limitate.
Aggiunge elementi interessanti al proposito uno studio prospettico spagnolo, spinoff del più ampio studio clinico di intervento PREDIMED Plus, condotto su una coorte di 6630 uomini e donne di età compresa tra 55 e 75 anni, che all’inizio dell’osservazione erano sovrappeso o obesi (con BMI compreso tra 27 e 40) e presentavano almeno tre fattori della sindrome metabolica: obesità addominale, trigliceridi alti, bassi livelli di colesterolemia HDL, glicemia a digiuno elevata, ipertensione. Pertanto erano a rischio elevato anche di andare incontro nel tempo a declino cognitivo.
Lo studio è stato pubblicato su The American Journal of Clinical Nutrition.
I risultati dello studio prospettico: asse intestino-cervello
I livelli di assunzione di noci, mandorle, pistacchi, arachidi e altra frutta secca rilevati all’inizio dello studio, 14g circa in media totale, sono risultati associati a minori variazioni della performance cognitiva a 2 anni. In particolare, ad ogni porzione in più di questi alimenti corrispondevano un punteggio più favorevole della funzione cerebrale, valutata mediante specifici test neuropsicologici, che era massimo tra coloro che quotidianamente consumavano almeno una porzione di frutta secca.
Sebbene il carattere osservazionale dello studio non consenta di definire un rapporto di tipo causale tra i consumi alimentari misurati all’inizio dell’osservazione e la cognitività, da questo studio emerge che il consumo regolare di frutta secca a guscio può ritardare il declino cognitivo correlato all’età già in un periodo di tempo relativamente breve (2 anni).
Queste osservazioni sono in linea con i risultati di studi trasversali che hanno rilevato una migliore performance cognitiva tra i maggiori consumatori di frutta secca.
Gli autori ipotizzano che l’effetto favorevole sia attribuibile, oltre che ai già citati componenti ad azione antinfiammatoria e antiossidante, anche alla fibra contenuta nella frutta secca che, modulando il microbiota intestinale, influenzerebbe favorevolmente l’asse intestino-cervello.
Higher versus lower nut consumption and changes in cognitive performance over two years in a population at risk of cognitive decline: a cohort study →
Fonte: nutrition-foundation.it
Photo by Monfocus
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